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Come realizzare un naso finto in lattice ad uso teatrale
by Stefano on Ott.12, 2011, under Effetti Speciali, Eventi
Ecco le istruzioni illustrate passo passo su come ho realizzato i nasi per alcuni personaggi del palio di Pomarance.
Trattandosi di uno spettacolo teatrale il cui trucco non richiedeva la verosimilianza del trucco cinematografico, ed essendo il naso una parte del viso poco flessibile e deformabile, ho pensato non fosse necessario ricorrere alla schiuma di lattice per realizzare questo tipo di protesi, ma che potesse funzionare bene anche il lattice liquido prevulcanizzato.
Il primo passo nella realizzazione della protesi quindi è stato lo studio del disegno (tutto lo spettacolo nasce e si sviluppa intorno ad un fumetto) e la creazione del modello.
Pur avendo a disposizione il positivo di un naso (il mio! 🙂 ) in gesso su cui lavorare, e che ho usato come riferimento per le dimensioni, per praticità ho realizzato il tutto su una tavola in PVC (il mio tagliere da cucina).
Terminata la fase di modellazione della plastilina (qui ho usato del comunissimo Pongo) e ricreato una sottile bucciatura per simulare l’effetto della pelle, ho utilizzato il ritaglio della base di una bottiglia per circondare il modello e creare un contenimento per la colata, poichè si adattava benissimo nelle dimensioni, e successivamente ho versato il gesso per ottenerne l’impronta.
In questa fase è importante fare in modo che le piccole bolle d’aria inevitabilmente presenti nella miscela acqua/gesso escano, evitando così che creino imperfezioni allo stampo. Per fare ciò, dopo aver versato completamente il gesso nello stampo, è sufficiente battere energicamente sulla base a cui è appoggiato il modello, creando così vibrazioni.
Ottenuto lo stampo e rimosso il modello in pongo, che dovrebbe lasciare l’impronta ‘pulita’, si può procedere al primo stampaggio.
Per fare ciò occorre versare un quantitativo minimo di lattice liquido al’interno dello stampo, e muovere successivamente lo stesso per fare in modo che il lattice vada a coprire solo le superfici interessate, evitando che sbordi dallo stampo o che si depositi sul fondo.
Lo stampo va lasciato asciugare all’aria aperta (volendo si può velocizzare il processso con un asciugacapelli) e al termine tutta la parte in lattice esposta va incipriata con cipria neutra o boro-talco. Questo eviterà che il lattice si incolli su se stesso durante la fase di estrazione.
Generalmente uno strato solo di lattice risulta molto sottile e non è sufficiente a fare in modo che la protesi realizzata abbia la consistenza richiesta, per renderla più rigida si possono creare altri livelli successivi al primo, lasciando però margini successivi ‘a scalare’ della distanza di 1/2 millimetri dal bordo precedentemente creato, per fare in modo che i bordi, rimanendo più sottili, risultimo invisibili una volta incollati.
Una volta raggiunta lo spessore desiderato, ricordandosi di incipriare per bene il tutto, si può procedere, sollevando un angolo del lattice e infilandoci sotto un pennellino carico di borotalco, a staccare il naso dallo stampo.
La cosa va fatta stando bene attenti che l’oggeto realizzato non si ripieghi su se stesso, incollandosi in modo irrimediabile.
Qui sotto i nasi come si presentavano separati dal gesso, pronti per essere applicati e colorati.
Come realizzare denti da vampiro
by Stefano on Mar.11, 2010, under Effetti Speciali
Ecco qui il backstage per la realizzazione di una dentiera (si tratta in realtà di una corona) di realismo indiscusso, di sicuro effetto nella realizzazione di cortometraggi, eventi live, cosplay o semplicemente per cambiare un po’ il proprio look a seconda delle mode.
L’ occorrente è reperibile in tutti i negozi per dentisti o odontotecnici, eventualmente ad un buon prezzo anche online.
Materiale necessario:
- Un porta impronta superiore della misura desiderata
- Alginato per impronta, lento.
- Gesso in polvere.
- Guanti usa e getta in lattice.
- Plastilina o pongo.
- Grasso di vaselina.
- Resina per provvisori.
- Lattice liquido prevulcanizzato
- Bototalco
- Silicone da impronta (ne basta una piccola quantità)
- eventualmente Colori acrilici su base acqua
La prima fase consiste nel prendere l’impronta della dentatura. Ciò si effettua utilizzando l’apposito portaimpronta e una giusta miscela di acqua e alginato (io uso Neocolloid, che è ottimo anche per effettuare il calco del viso e di qualsiasi parte anatomica).
Una volta che l’amalgama si è stabilizzata ed indurita (dai 3 ai 5 minuti) la si può rimuovere dalla bocca e riempire con una miscela di acqua e gesso. Consiglio di effettuare questa operazione in due fasi: la prima con una miscela molto liquida che deve stratificarsi su tutta l’impronta, operazione durante la quale è neccessario batterla leggeremente sul tavolo, sia per togliere le piccole bollicine di aria presenti, che per dar modo al gesso di prendere ogni dettaglio presente sul calco.
La seconda, a distanza di pochi minuti dalla prima, un pò più densa, come riempitivo.
Dopo un periodo variabile da 20 minuti a 2 ore, in funzione del gesso che avete scelto, il vostro positivo è pronto.
Se avete a disposizione del lattice liquido, vi consiglio di usarlo per ricoprire l’impronta con un leggero film, tamponandolo poi con il borotalco: questo renderà molto più agevole la fase di distacco della protesi nonchè darà un leggero ‘gioco’ alla corona realizzata, che la renderà più comoda e durevole nel tempo.
Sul positivo così creato e ricoperto dallo strato di lattice, è ora possibile procedere alla modellazione dei vostri nuovi denti con il pongo o la plastilina.
A lavoro terminato ricoprite tutto con un leggero strato di grasso di vaselina, che, oltre a permettervi il distacco del controstampo che andremo a realizzare, è anche utile per dare una buona lucidatura a tutta la dentatura.
Il prototipo così relizzato deve essere messo nel congelatore per un paio d’ore, affinche il pongo o la plastilina prendano una buona consistenza.
Terminata tale attesa si può procedere ad effettuare lo stampo con chiave (cioè con un dettaglio, come ad esempio un piccolo perno posto nel palato) che ne permetta l’identico riposizionamento del controstampo.
Per realizzare quest’ultimo si possono utilizzare diverse tipologie di materiali, ma sperimentalmente ho verificato che il migliore è il silicone per impronta (Flexitime EasyPutty), che si stacca facilmente dal gesso una volta catalizzato, è flessibile e permette leggeri sottosquadri, separa bene la resina ed è riutilizzabile !
Aspettate quindi che il controstampo che avete colato o plasmato sul modello sia indurito, e separatelo di nuovo dal vostro lavoro. Assicuratevi che il lavoro fatto fino ad adesso sia riuscito bene ed eliminate la plastilina dal positivo (e se presente in tracce, anche dal negativo).
Arriva adesso il momento più delicato, la realizzazione della protesi vera e propria per stampaggio.
Vista la natura delle sostante utilizzate, vi consiglio di lavorare in un posto ben areato e utilizzando i guanti di lattice.
Liquido e polvere (ho usato DuraLay di un colore medio chiaro) vanno amalgamati nelle quantità idonee (circa 1:1) e successivamente versati nello stampo, chiuso immediatamente con il positivo creato precedentemente posizionandolo col la chiave. Ovviamente uno stampo morbido renderà molto più agevole la fase di rimozione.
Dopo un tempo variabile tra mezz’ora e 2 ore a seconda della resina utilizzata sarà possibile rimuovere la corona per tagliarla, rimuovere le piccole imperfezioni, lucidarla, e finalmente colorarla.
In alcune delle immagini allegate vedete come abbia lasciato un’ampia zona di copertura sulla gengiva. Questo non è sempre necessario, anzi, spesso le protesi più realistiche coprono solo i denti. Un sapiente uso del colore ed un paio di mani di trasparente lucido daranno finalmente vita al vostro sospirato lavoro.
Calco in gesso |
Modello in plastilina |
Controstampo in silicone |
Protesi stampata |
Protesi rifinita |
Protesi colorata |