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Modelle in vetrina per la Notte Rosa di Reggio Emilia
by Stefano on Giu.18, 2010, under Eventi
Una splendida modella in carne ed ossa usata come manichino, questa l’idea del gruppo E20 di Reggio Emilia, per mostrare al pubblico le nuove tendenze moda per l’estate 2010 di DiDue, storico negozio di abbigliamento della città.
La notte rosa di Reggio Emilia, svoltasi il 16 Giugno 2010 e dedicata a tutte le donne, ha infatti visto protagonista la bellissima Francesca, che, presentata al pubblico in carne ed ossa nella vetrina del negozio e vestita di solo intimo, si è sottoposta a più di un’ora di trucco di trasformazione che l’ha resa una bambola di plastica a dimensioni naturali.
E il tutto è stato immortalato in un servizio fotografico a maratona dal grande Francesco Rossi
Il trucco e parrucco, realizzati da Irene Spreafico e Stefano Sacchi per MakeUp-Studio hanno visto l’applicazione di un colore rosa plastico su tutto il corpo e un sofisticato makeup sul viso, che hanno reso la dolce Francesca una sexy mannequin dai capelli rosa e gli occhi blu.
L’evento, arricchito da un djset live, ha riscosso un grande successo di pubblico durante tutta la serata, che ha visto una continua evoluzione della modella, trasportata di peso sul palco e dietro le quinte quasi si trattasse di un vero manichino, in diversi cambi d’abito, di accessori e di makeup.
Irene Spreafico, Francy, Francesco Rossi, Stefano Sacchi, E20, DiDue
Cornina da diavolo in lattice
by Stefano on Feb.22, 2010, under Effetti Speciali
Oggi vorrei mostrarvi come realizzare con semplicità un paio di piccole corna da diavolo in lattice liquido prevulcanizzato.
Occorrente:
- Plastilina da modellazione (io uso il Pongo, più economico e facilmente reperibile)
- Gesso in polvere (se non vogliamo fare un lavoro particolarmente preciso e ricco di dettagli anche il gesso che si trova da chi vende articoli per edilizia potrà andare bene)
- Grasso di vaselina (disponibile dal ferramenta)
- Lattice liquido prevulcanizzato (anche in questo caso io ho scelto materiale economico disponibile in un negozio di belle arti)
- Un contenitore che possa ospitare il nostro modello dalle dimensioni di poco superiori (realizzabile in caroncino o più semplicemente tagliando una bottiglietta di plastica)
Una volta stabilite ad occhio le dimensioni del nostro modello (un corno in questo caso) iniziamo la fase di modellazione con il Pongo, appoggiati su una base piana isolata dal tavolo di lavoro con un foglio di carta, cercando di dare una forma arrotondata e concava alla base.
Ottenuta la forma desiderata, e aggiunto qualche piccolo dettaglio per aumentarne il realismo (ad esempio striature verticali sulla parte di osso del corno o una semplice bucciatura sulla parte in pelle) occorre posizionare il modello in un apposito contenitore (che può essere una piccola scatola di cartoncino realizzata su misura o, come nel mio caso, il fondo di una bottiglietta di plastica), alto almeno qualche centimentro in più del modello, e distribuire sulla superficie in maniera delicata (meglio se con un pennello) il grasso di vaselina che funzionerà da distaccante.
Fatto ciò si può fare il gesso e riempire il suddetto contenitore, fino a ricoprire completamente il nostro modello (che, ovviamente dovrà rimanere scoperto alla base (la faccia che tocca il fondo della scatola o della bottiglia) e non avere sottosquadri, per permetterene una rapida ed efficace rimozione.
Una volta ottenuto lo stampo (il negativo) sara sufficiente:
- applicare un leggero strato di grasso di vaselina
- stratificare 3/4 livelli di lattice liquido prevulcanizzato, tamponato con borotalco di volta in volta, quando asciutto
per ottenere infinite repliche del nostro modello.
Per ottenere un buon risultato consiglio di versare piccole quantità alla volta di lattice nello stampo, stampo che dovrà essere fatto ruotare affinchè il lattice liquido aderisca bene ai suoi bordi. Per velocizzare il tempo di asciugatura può esere utile avere a disposizione un asciugacapelli, da utilizzare a basse velocità e a una distanza di almeno 10/15 centimentri dallo stampo.
Il bordo esterno rappresenta la parte più delicata del lavoro: più sarà sottile più ‘invisibile’ risulterà l’applicazione della protesi. Per ottenere ciò in genere è sufficiente ridurre ad uno lo strato di lattice della parte più esterna, rimanendo più interni con gli strati successivi.